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I tipi più diffusi di pane

Durante gli anni sessanta il panificio Coassin era rinomato per la produzione dei cornettini, un pane artigianale che veniva modellato a mano dalle abili mani dei fornai.
Altri tipi di pane erano i panetti, il pane all' olio, le mantovane, il pane integrale e i montasù. Praticamente, a parte alcune forme di grossa pezzatura, come le mantovane grandi, questi erano tutti i tipi di pane che venivano sfornati.
Non si arrivava nemmeno a dieci qualità di prodotti. Nonostante ciò la produzione era di gran lunga superiore a quella attuale perché non esistevano i forni industriali e il pane fresco alla Domenica, infatti, per legge era prevista la chiusura Domenicale.
La produzione attuale spazia dalle ormai tradizionali rosette degli anni ottanta ai più recenti prodotti come il fiorellino, nella foto, e la trivella.
Oggi sforniamo circa una novantina di tipi diversi di pane, durante l'intera settimana, dei quali l'ultimo nato sono le macine. Altri tipi di pane sono la casba, l'altamura , tutti fatti con farina di grano duro. L'evoluzione del pane è continua e i vari tipi si aggiornano ogni sei mesi con nuove qualità per soddisfare il cliente più esigente.
A causa di questa rapida evoluzione non riusciamo neppure noi a sapere esattamente quanti tipi di pane produciamo settimanalmente perché ci sono qualità che si estinguono e qualità nuove che nascono dalla inventiva di Antonio come, per esempio, le trivelle che uniscono alla fantasia nuovi sapori.

 

Le nostre pizze

Sono svariati i tipi di pizze che la Nostra Azienda produce.
Cominciando dal lunedì abbiamo le tradizionali pizze Margherita a tranci affiancate dalle pizze con i funghi e le pizze alla zingara con peperoni e funghi.
Questa produzione si effettua ogni lunedì, mercoledì e venerdì. Al martedì e giovedì abbiamo le pizze alle verdure che sono focacce di grandi dimensioni arricchite di pomodori, melanzane e peperoni a scelta.
Al sabato abbiamo le pizzette del sabato, nella foto, che differiscono dalle altre per la forma rotonda e le dimensioni ridotte. Anche queste sono le classiche margherita.
Della stessa specie, ma più piccole, sono le pizzette mignon, più piccole delle precedenti, sempre di forma rotonda, che possono essere con le acciughe o i wurstel, come si vede in alto nella stessa foto.
Su ordinazione, tutte queste pizze possono essere prodotte in qualsiasi giorno della settimana per compleanni, rinfreschi o qualsivoglia ricorrenza.
Nei negozi di via Umbero I°, via Roma e via Oberdan riempiono le vetrine di colori e sapori per la gioia di palato e vista.

 

La preparazione dei gnocchi

Gli gnocchi sono una delle preparazioni più conosciute in tutto il mondo poiché costituiscono un piatto molto semplice e sostanzioso che si adatta ad ogni tipi di condimento.
Piatto di origini antichissime, gli gnocchi, possono essere preparati con farine differenti: farina di frumento, di riso, di semola, con patate, pane secco, tuberi o verdure varie.
Di sicuro, al giorno d'oggi come nell'antichità, la varietà più diffusa ed apprezzata sono gli gnocchi di patate, anche se ne esistono tante altre varietà: con il semolino, con farina di mais, ed altri ingredienti in base alla tradizione locale.
Possiamo definire gli gnocchi come piccoli pezzi di impasto, solitamente di forma tondeggiante, che vengono bolliti in acqua o brodo e quindi conditi con salse varie.
Le origini degli gnocchi sono da ricercarsi nel periodo in cui le patate provenienti dal continente americano vennero importate in Europa.
A quel tempo, esistevano già alcune varietà di gnocchi che si potevano trovare soprattutto in Lombardia e venivano impastati con mollica di pane, latte e mandorle tritate, chiamati zanzarelli.
Nel Seicento invece, la ricetta originale subì delle variazioni sia nella composizione degli ingredienti, sia nel nome: presero infatti il nome di malfatti e invece delle mandorle e del pane veniva aggiunta farina, acqua e uova.
In ogni caso però, per ogni varietà di gnocchi esistevano diverse tipologie colorate realizzate con l'utilizzo di ingredienti particolari che determinavano appunto la colorazione: ad esempio, se impastati con bietole e spinaci, gli gnocchi assumevano una caratteristica colorazione verde mentre, con l'aggiunta della zucca, il colore diventava giallo.
A partire dal 1880, gli gnocchi di patate iniziarono a diffondersi a macchia d'olio e piano piano tutte le altre varietà scomparvero.

 

Specialità dell'Azienda

La nostra Azienda si distingue per una variegata gamma di prodotti da forno e di pasticceria artigianale.
Come per il pane anche nella pasticceria ci diversifichiamo giornalmente offrendo prodotti sempre diversi nei vari giorni della settimana, molte delle nostre ricette sono tipiche della nostra zona confezionate con materie prime locali.
Apprezzata da tutti la nostra sacher, le torte di mele, uniche nel mandamento, il classico strudel. Nel periodo natalizio la pinza e durante il carnevale i nostri crostoli cotti interamente al forno.
Naturalmente ogni settimana, a seconda del periodo e della fantasia del pasticcere Antonio troverete il dolce che soddisferà il vostro palato.
Su ordinazione accontentiamo ogni esigenza dei nostri clienti per ogni tipo di ricorrenza (compleanni, feste, buffet) come nella foto della torta di compleanno.

 

La Focaccia e la Colombina Pasquali

La colombina e la focaccia pasquale sono una tradizione che si ripete da cento anni e i maniaghesi apprezzano questi squisiti dolci artigianali. Fatte con ingredienti freschi e  lavorata artigianalmente dalla ditta sono prodotti freschissimi e fragranti che allietano le vacanze pasquali di grandi e piccini.
Le nostre focacce sono uniche nel loro genere, si rifanno alla tradizione veneta, con ricetta scritta più di cento anni fa dal nostro bisnonno panettiere in Portogruaro.
Il nostro prodotto ha una lievitazione naturale superiore alle trenta ore e questo garantisce una freschezza e una digeribilità unica. Nella lavorazione usiamo esclusivamente tuorli di uova fresche, separati pazientemente uno ad uno, burro di prima qualità, zucchero e la miglior farina sul mercato.
Unitamente alla focaccia produciamo la colombina , gioia e delizia di grandi e piccini, di questa possiamo vantarci di essere gli unici produttori in Italia, grazie agli speciali stampi realizzati dal nonno Giovanni.

 

Il Forno Trasportabile

Negli anni Trenta il vecchio forno in muratura fu abbattuto per fare posto all'ultima novità nel campo della Panificazione: il forno a tubi.
La novità consisteva nel sistema di distribuzione del calore, non più dato dalla fiamma diretta, ma distribuito in maniera uniforme da un sistema di tubi contenenti un liquido termoconduttore che attraversavano il cielo e il pavimento delle camere di cottura.
Questi tubi convergevano nella camera di combustione alimentata a legna o a carbone. Il forno in questione si chiamava Forno Trasportabile Tibiletti, un nome assai curioso per un bestione enorme pesante una decina di tonnellate, costruito su basamento in mattoni e tutto in ferro.
Quando venne montato fu necessario abbattere un'intera parete del panificio per far passare gli argani che dovevano sollevare le grandi lastre in ferro delle camere di cottura.
Un'altra curiosità riguarda la camera di combustione: essa venne costruita dall’interno, utilizzando dei piccoli mattoni refrattari da un nano, l’unica persona in grado di lavorare in un ambiente cosi angusto.
Quando venne abbattuto nel 1974 scoprimmo con meraviglia che gli elementi che lo componevano erano tutti imbullonati fra loro e perfettamente integri nonostante i 50 anni di ininterrotto funzionamento. Quando arrivammo al basamento in mattoni questi erano ancora roventi, nonostante il forno fosse spento da più di dieci giorni!
Forse non era “Trasportabile”, ma era senz’altro ben costruito!

 

Il Pasticcio del sabato

Negli anni '60 era consuetudine per gli abitanti del nostro rione ricorrere al Panificio per cuocere gli alimenti più disparati. C’era la signora che portava sempre le sue torte, quella che doveva cuocere un coniglio troppo grande, gli amici che preparavano un arrosto per trenta persone e così continuando.
Silvio cercava sempre di accontentare tutti, anche se in seguito dovette gradualmente dissuadere tutte le richieste visto l’impegno e la perdita di tempo (leggi sonno) che queste richiedevano.
Un caso a parte era la Caserma Baldassarre. Essendo fornitori della stessa, ed avendo un rapporto di amicizia con il Maresciallo capo delle Cucine, capitava spesso che gli chiedessero di cucinare qualcosa.
Ricordo ancora le consegne del pane in Caserma, con la mitica Fiat 600 Multipla e la mia meraviglia nel vedere quel mondo fatto di fanti che marciavano, di grandi mezzi corazzati, di ufficiali che impartivano ordini, il monumento con un piccolo carro dell’anteguerra e il grande pennone con la bandiera italiana che sventolava al vento.
Il Maresciallo arrivava al sabato mattina, con due soldati, a bordo di una Campagnola. Scaricavano delle enormi casseruole di Pasticcio di Lasagne e le trasportavano all’interno del Panificio, dove poi provvedevano a cucinarle.
Talvolta portava anche qualche "Piatto" come omaggio ad un nostro dipendente, per il quale provava un sincero affetto, essendo questi una persona semplice e dai modi cordiali e, soprattutto, dotato di un enorme appetito.
Ricordo ancora quel mattino che, seduto su uno sgabello con la marmitta stretta tra le gambe, riuscì a divorare quasi tre litri di minestrone, sotto lo sguardo incredulo dello stesso Maresciallo e dei suoi due attendenti.
Per noi bambini quella fu un impresa epica ed ancora adesso, quando ricordiamo Renato (questo era il suo nome) ci capita spesso di ricordare quell’episodio singolare e divertente di tanti anni fa.

 

I "Sassi" e le Patate

Negli anni della Seconda Guerra Mondiale la farina scarseggiava e i Panifici, soprattutto qui al Nord, utilizzavano materie prime alternative per poter panificare. Le patate erano, assieme alla polenta, il principale sostentamento per tutte le famiglie di Maniago.
Questa bellissima fotografia testimonia fedelmente lo spirito di partecipazione e di mutua assistenza che caratterizzavano la gente in quegli anni così tristi e difficili. Nella foto, infatti, si vedono le donne del vicinato intente a pelare una montagna di patate, che poi venivano cotte e aggiunte alla farina.
Quel ritrovarsi nel cortile del Panificio divenne un rito e i visitatori non mancavano: soldati, passanti, bambini e gente di altri rioni.
Bisogna ricordare che all’epoca questa via era densa di attività: dall’Osteria alla Campana al Negozio di Coloniali, dal Battiferro alla Sartoria e, nella piazzetta, la fontana.
Già, la fontana. Parlando con una delle donne della foto, ormai ultraottantenne, ho potuto conoscere l’importanza che questa aveva per la gente. L’acqua, la vita di tutta una comunità che le ruotava intorno. Per bere, per lavarsi, far da mangiare, lavare i panni, per le bestie, e per tutti gli altri usi quotidiani e la fontana era il centro di tutte le storie, i pettegolezzi, gli amori, le nascite e le morti.
Questa donna, guardando una vecchissima foto della fontana mi raccontava delle vite e delle abitudini di gente che non ho mai conosciuto, di come brutalmente tutto quel mondo venne spazzato via nell’Italia del dopoguerra .
I “Sassi”, le pietre che da sempre erano sistemati fuori delle case, dove ogni famiglia si sedeva a chiacchierare o semplicemente a riposare, le fontane che erano numerose a Maniago, le colonnine intorno alla fontana di Piazza Italia e i mitici Cancelli della Loggia.
Tutto spazzato via dal progresso, che, a volte, assume l’aspetto di amministratori e Sindaci che i “Sassi” li hanno nel cuore e nel cervello.

 

Il Forno a Gas

Il forno a carbone ha rappresentato una svolta epocale nella panificazione perché permetteva la costruzione di grandi camere di cottura uniforme ma richiedeva grandi scorte di carbone altamente inquinante. Ed ecco quindi che arriva la modernità con il nuovo forno a gas. Ora il gas si preleva direttamente dalle tubature che scorrono sotto le strade e alimentano anche tutte le abitazioni. Adesso non c' è più bisogno delle grandi scorte di carbone che produceva una enorme quantità di fuliggine che come una neve nera copriva ogni cosa..... ed era la disperazione di nostra madre............
Non si trattava di un fatto di lieve entità perché, io che ero bambino, ricordo ancora la necessità di costruire un enorme camino, il più alto possibile per tentare di disperdere la fuliggine il più lontano possibile. Vana illusione perchè una coltre nera copriva inesorabilmente, ogni giorno, ogni cosa, entrava dalle finestre e rendeva la vita impossibile.
Difficile spiegare la tragica la situazione ma se a questo aggiungiamo anche il fatto che l'asfalto non era ancora arrivato ai privati il piazzale antistante il panificio si può tranquillamente immaginare come la piazza di una città del terzo mondo.
Fortunatamente anche la successiva asfaltatura del terreno circostante il panificio contribuì a rendere tutto più sano e vivibile. Si poteva finalmente respirare!

 

Papà Silvio

In ricordo del papà , Silvio, che ha profuso tutte le sue energie nel panificio per lasciarci una azienda nuova di zecca.

A lui si deve il raddoppio dei locali della unità produttiva, la costruzione del nuovo negozio di via Umberto I e la creazione della gran parte dei prodotti che produciamo ancora oggi.

Tutto lo Staff del panificio ringrazia per la fiducia accordata e si augura che i clienti siano soddisfatti e apprezzino il lavoro svolto da tutti con grande sacrificio e dedizione.